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Parole semplici dal mondo della biologia e della medicina

La salute è un bene primario; è importante che il cittadino sia bene informato e pronto ad esercitare scelte consapevoli per decidere liberamente del proprio destino e contribuire a costruire la società in cui desidera vivere. Purtroppo, ricercatori e clinici raramente informano il grande pubblico con linguaggio fruibile da un uditorio non specialistico.
500words vuole portare all’attenzione del lettore notizie, aspetti e protagonisti del mondo della biologia e della medicina che possono essere di interesse generale. Continua a leggere

 
A cura di: Eleonora Morini

LONGEVITA’ ATTIVA? DIPENDE DA DOVE ABITI

Autore: Gill T. M. et all

Settecento cinquantaquattro anziani di 70 anni o più che vivevano nel Connecticut centro-meridionale e che all’inizio dello studio non avevano disabilità, sono stati seguiti per 22 anni, da marzo 1998 a giugno 2020. Mensilmente venivano intervistati telefonicamente sulla capacità di svolgere autonomamente 4 attività della vita quotidiana, ritenute fondamentali ovvero: lavarsi, vestirsi, muoversi all'interno della casa e alzarsi da una sedia senza assistenza.

Gli autori hanno inoltre classificato i quartieri di residenza in avvantaggiati o svantaggiati utilizzando un indicatore socioeconomico, detto “Area Deprivation Index”, che valuta le zone residenziali in base a 17 fattori oggettivi come l'istruzione, il grado di occupazione ed il reddito dei residenti, la qualità delle abitazioni, etc. E’ emerso che abitare in un quartiere avvantaggiato significava avere più anni di autonomia in qualsiasi fascia di età considerata; la differenza era maggiore per la fascia più “giovane” e si assottigliava man mano che si consideravano soggetti più anziani. Si passava da 2 anni di autonomia in più, per i settantenni ai 7 mesi circa per i novantenni.

Per ogni fascia di età inoltre, i residenti in quartieri avvantaggiati avevano speso una minor percentuale della loro vita residua con disabilità, rispetto ai coetanei di quartieri svantaggiati, passando dal 15.3 % al 17.7% dei settantenni e dal 48% al 55% dei novantenni. Questo studio documenta, per la prima volta che gli anziani che vivono in un quartiere svantaggiato hanno una minore aspettativa di vita attiva e una maggiore probabilità di vita residua vissuta con disabilità.

Sarà quindi utile svolgere nuovi studi per capire quali sono i fattori che determinano questa differenza (es: minor accesso alle cure, al cibo sano, etc..) per poter indirizzare adeguate politiche sanitarie e sociali atte a ridurre questa iniqua disparità.

Association Between Neighborhood Disadvantage
and Functional Well-being in Community-Living Older Persons,
Gill T. M. et all,
JAMA Intern Med, agosto 2021;
ddoi:10.1001/jamainternmed.2021.4260

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