Pubblicato il 08/07/24

Le polveri sottili condizionano negativamente la nostra aspettativa di vita.

L’uso di combustili, gli allevamenti intensivi e diverse altre attività umane immettono nell’aria enormi quantità di polveri sottili che danneggiano la nostra salute e aumentano il rischio di morte. Ma esempi virtuosi di alcuni paesi dimostrano che l’inquinamento dell’aria si può combattere con successo e ragionevolezza. L’opinione pubblica deve conoscere il problema per orientare le scelte politiche nell’ottica di un interesse generale. (vt)
Una componente importante dell’inquinamento atmosferico è rappresentata dalla sostanza particolata (particulate matter, PM, in inglese), aerodispersa. Le dimensioni del PM fanno riferimento al diametro aerodinamico delle particelle e si esprimono in micron (un millesimo di millimetro). Il PM più nocivo per la salute è con diametro inferiore o uguale ai 2.5 micron (PM2.5, cosiddette polveri sottili), perché penetra nei nostri polmoni fino agli alveoli e quindi si diffonde nel sangue. Il PM2.5 deriva dal riscaldamento (1/3 del totale), allevamenti (17%), trasporti stradali (14%; per usura di freni, pneumatici e manto stradale), attività industriali (10%), trasporto non stradale (8%), etc.

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Autore/i

  • Vincenzo Trischitta
     
     

    Vincenzo Trischitta insegna Endocrinologia all’Università Sapienza di Roma e dirige un gruppo di ricerca sulla genetica e l’epidemiologia del diabete e delle sue complicanze cardiovascolari presso l’Istituto Scientifico Casa Sollievo della Sofferenza tra Roma e San Giovanni Rotondo. E’ tra i fondatori, nel 2019, del Patto Trasversale per la Scienza. Attribuisce agli scienziati il dovere della divulgazione e della informazione per una società più consapevole e più libera.

 
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