Pubblicato il 05/11/18

Il “mercato” dei test genetici: sono tutti utili? Chi ne gestisce i risultati e come?

Soffriamo di troppe diagnosi e, specificamente, di troppi test genetici. Senza un reale controllo di chi li richieda e chi li interpreti. Ormai sul Web ci dicono che dall’analisi del nostro DNA non solo è possibile conoscere le malattie che contrarremo nel futuro ma anche sapere quale sia la dieta migliore per una vita sana ed attiva oppure quale sia l’attività fisica più utile o addirittura quali sono le…creme migliori per la nostra pelle! Davvero succede che la realtà supera di gran lunga la più fervida delle fantasie! E tutto ciò in spregio alla verità scientifica e senza che le Istituzioni preposte intervengano per tutelare la salute fisica e psicologia e gli interessi economici del cittadino ignaro. La nota di oggi si concentra sui test diagnostici, ma su tutti gli altri bisognerà tornarci a breve. (vt)
Dalla mappatura del genoma umano, avvenuta solo quindici anni fa, grazie soprattutto alla disponibilità di nuove tecnologie (che consentono di analizzare contemporaneamente anche tutti i geni di un individuo), si è assistito ad una esponenziale immissione di test genetici sul mercato. Un recente studio americano ha, infatti, evidenziato come circa 10 nuovi test genetici vengono immessi giornalmente sul mercato, per un totale, ad oggi, di circa 75.000, riguardanti tutte le aree della medicina, ma non solo.

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Autore/i

  • Sabrina Prudente

    Sabrina Prudente, biologo molecolare, coordina l’Unità di Ricerca sul Diabete presso l’Istituto CSS-Mendel di Roma (www.css-mendel.it) che studia i meccanismi genetici che predispongono alla malattia diabetica ed alle sue complicanze cardiovascolari e renali.

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