Pubblicato il 03/03/14

Incontri ravvicinati del terzo tipo tra…Scienza e Politica

Lo scorso 10 dicembre si è svolto a Palazzo Madama un incontro su scienza, innovazione e salute, con l’obiettivo di avvicinare la classe politica agli scienziati. Il mondo della politica e quello della scienza, purtroppo, si frequentano poco ma adesso che Elena Cattaneo, una scienziata, siede in Senato, sarà più facile cercare di farli dialogare. Qui riportiamo una sintesi dell’intervento di Giuseppe Remuzzi, dell'Istituto Mario Negri di Bergamo, che accenna alla storia della medicina in Italia dai fasti passati alle difficoltà odierne. Che funga d’auspicio per tornare agli splendori dei tempi che furono e che aiuti anche a scrollarsi di dosso una certa patina di provincialismo e di complesso d’inferiorità che troppo spesso ci affligge. (vt)
Sembra impossibile, ma gli Inglesi che di biologia e medicina sono maestri, la medicina l’hanno imparata da noi. Fa una certa impressione leggere nel «Lancet» del 1861 che «il debito dell'Inghilterra verso l'Italia è incalcolabile». Poi però si è perso tutto. In occasione della morte di Cavour, il Lancet, il New England Journal of Medicine e il British Medical Journal espressero sdegno e sorpresa per com’era stato mal curato un uomo reputato, dal mondo anglosassone, un eroe della libertà, dall'intelletto sagace, che sapeva di scienza e ne capiva il valore.

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Autore/i

  • Giuseppe Remuzzi
    Giuseppe Remuzzi è Direttore del Dipartimento di Medicina degli Ospedali Riuniti di Bergamo e coordina le attività di ricerca delle sedi di Bergamo dell’Istituto Mario Negri e del Centro di Ricerche Cliniche per le Malattie Rare. E’ membro del “Gruppo 2003” che annovera gli scienziati italiani più citati dalla letteratura scientifica ed ha ricevuto nel 2007 il “John P. Peters Award”, il più prestigioso premio nel campo della nefrologia internazionale. E’ Commendatore della Repubblica per meriti scientifici ed editorialista del Corriere della Sera.
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