Pubblicato il 18/05/20

SARS-CoV2: Attila o Frankenstein?

Ai tempi del Coronavirus, se ne sono sentite di tutti i colori ed anche in tutte le direzioni. Da una parte era inevitabile perché il nuovo virus era ignoto e la sua conoscenza è ancora molto misera. Dall’altra parte, però, si è manifestato uno dei peggiori difetti dei nostri tempi: un esasperato bisogno di divedersi in fazioni, di polarizzare la società in cui viviamo, anche quando proprio non se ne vede la necessità. Anche sul coronavirus! (vt)
Un virus ci ammazzerà tutti”. Il nostro incubo peggiore si è materializzato sotto la forma di un nuovo virus che venuto da oriente si è abbattuto sull’occidente, come un’orda barbarica. Da subito, però, l’origine del nuovo virus ha suscitato divisioni e tesi di vario genere, evoluzionistiche e complottistiche. E’ il frutto di quel continuo rinnovarsi casuale della natura, che chiamiamo evoluzione, oppure il prodotto di un evento tutt’altro che naturale? E’ un nuovo Flagello di Dio, distillato di processi biologici che avvengono senza un Deus ex machina, o il prodotto dello sviluppo tecnologico sfuggito (deliberatamente liberato secondo l’estremismo complottista) al controllo del suo creatore, come la Creatura del dottor Victor Frankenstein? Quest’ultima tesi trova illustri sostenitori, sia nel modo politico che scientifico internazionale (un premio Nobel della Medicina, Montagnier).

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Autore/i

  • Maurizio Margaglione

    Maurizio Margaglione, medico ricercatore, insegna Genetica Medica presso l’Università degli Studi di Foggia. Autore di numerosi articoli su riviste internazionali, dirige il Servizio di Genetica Medica dell’AOU “Ospedali Riuniti” di Foggia.

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