Pubblicato il 11/03/19

Solo un sano pragmatismo puo' salvare il SSN 3. Il caso delle "nonne antidepressione" in Zimbabwe

Continua la serie sulla necessità di un sano pragmatismo per salvare il nostro SSN. Una delle diverse strade percorribili è quella di rivolgersi per alcune patologie specifiche e per specifici interventi sanitari ad altre figure professionali rispetto a medici e infermieri che sono spesso carenti e che hanno costi molto elevati. Già qualche anno addietro avevamo portato l’esempio del coinvolgimento degli assistenti sociali per l’individuazione di soggetti ad elevato rischio cardiovascolare in quattro paesi a basso reddito (Bangladesh, Guatemala, Messico e Sud Africa) con risultati ottimi http://www.fivehundredwords.it/ultimissime/it-contrastare-le-malattie-non-trasmissibili-senza-lintervento-di-medici-ed-infermieri-e-possibile-e-si-risparmia-pure Stavolta, invece, sono state coinvolte le nonne per curare la depressione in Zimbabwe e i risultati sono incoraggianti. (vt)
In Zimbabwe per la “depressione” si usa il termine “kufungisisa” che significa “avere troppi pensieri”. Come molte altre realtà a basso sviluppo economico, lo Zimbabwe è povero di strutture e operatori sanitari e tale povertà risulta decisamente più accentuata nel caso delle patologie mentali (per circa 16,5 milioni di abitanti sono disponibili solamente 12 medici specializzati in psichiatria). Da oltre 10 anni, uno di questi psichiatri, Dixon Chibanda, ha avviato un progetto per superare le carenze del sistema sanitario e trovare soluzioni efficaci, ma a basso costo, per rispondere in modo adeguato al bisogno di assistenza indotto dalle malattie mentali più frequenti.

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Autore/i

  • Ubaldo Montaguti

    Ubaldo Montaguti svolge attività di ricerca ed organizza incontri di studio e corsi di formazione sui servizi sanitari nell’ambito della Sezione di Sanità Pubblica e Management Sanitario dell’Accademia Nazionale di Medicina di cui è responsabile scientifico.

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