Le prospettive di evoluzione della Sanita' Territoriale alla luce del PNRR.

La recente pandemia di Covid-19 ha fatto emergere in maniera impietosa la disorganizzazione delle Cure Territoriali che non sono riuscite a prendersi cura dei pazienti a domicilio. Il tentativo di riorganizzare l’assistenza territoriale passa dal PNRR che riguarda le “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale” dove viene individuato un nuovo modello organizzativo con le Case della Comunità, l’Assistenza Domiciliare e gli Ospedali di Comunità.

Nella Casa della Comunità (CdC), si dovrà concretizzare l’assistenza di prossimità erogata dal SSR (Servizio Sanitario Regionale) con un approccio di medicina di iniziativa, con le attività organizzate in équipe tra Medici di Medicina Generale (MMG), Pediatri di Libera Scelta, Specialisti Ambulatoriali, Infermieri di Famiglia e tutti gli altri professionisti della salute (Psicologi, Ostetrici, Assistenti Sociali etc.).

Alla fine di luglio 2023 il Governo ha preso atto delle difficoltà di attuazione sia economiche che tempistiche delle strutture sanitarie ed anche per i progetti di transizione digitale. Al netto dei tagli che il Governo ha attuato rispetto al progetto originario, l’approccio attraverso la medicina di iniziativa è un eccellente punto di partenza per la riorganizzazione della sanità territoriale. Si modifica l’intervento assistenziale che non attende l’evento patologico, ma sposta l’asse sulla prevenzione. Tale cambio di paradigma porta dei grandi benefici poiché intercettando il rischio, introduce gli strumenti di prevenzione, notoriamente più economici ed efficaci. Inoltre, il modello multidisciplinare condiziona tutte le articolazioni distrettuali a lavorare assieme e coordinare l’intervento di ciascun professionista.

 

Tale modifica necessita però di:

  • un forte investimento informativo / educativo sulla popolazione per elevare il livello di cultura sanitaria. I programmi di educazione sanitaria dovranno pervadere la società, partendo dalle scuole, attraversando i posti di lavoro e tutte le realtà / aggregazioni sociali.
  • un supporto di telemedicina orientato al teleconsulto clinico che consenta di gestire al primo livello i casi meno complessi, di disporre di consulenze multidisciplinari per i casi complessi in modo di poter avviare in maniera appropriata al secondo / terzo livello solo i casi che realmente necessitano del ricovero ospedaliero o delle prestazioni specialistiche.

 

Non nascondiamo le nostre preoccupazioni in merito: gli interventi regionali differenti e disparati potrebbero portare ad una sperequazione del modello previsto dal PNRR tra una regione e l’altra. Le CdC saranno dotate delle figure professionali necessarie e sufficienti? Con quali mezzi, con quali obiettivi e con quali finanziamenti? Chi avrà la responsabilità di dirigere il sistema, considerata l’autonomia delle Aziende Sanitarie Territoriali?

 

Autore: Guido Sampaolo a nome del Patto Trasversale per la Scienza

Autore: Patto trasversale per la scienza

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