Perche' la Biodinamica e' rigettata dalla scienza?
Coltivare secondo i dettami della cosiddetta agricoltura biodinamica consiste nell’aggiungere magia ed esoterismo a quanto è già accettato in sistemi diversi. Alle “buone pratiche” dei regimi convenzionale e biologico e alla proibizione di ogni prodotto “di sintesi” del biologico, in biodinamica si aggiungono infatti l’utilizzo di preparati che dovrebbero la loro attività ad effetti esoterici, l’adozione di un calendario di tipo astrologico e l’uso di quantità molto ridotte di concime, in alcuni casi sottoposto a succussione secondo le indicazioni originali di Rudolph Steiner.
Peraltro, questa addizione di pensiero prescientifico e pratiche esoteriche ai dettami della conduzione biologica è piuttosto recente, visto che Steiner descrisse come biodinamica esclusivamente le sue balzane idee antroposofiche ed i suoi preparati stregoneschi.
La teoria biodinamica non è passibile di controllo scientifico, essendo formulata in termini di entità vagamente definite e non sottoponibili a nessuna analisi, quali gli “influssi astrali” o “l’energia cosmica”; si potrebbe però volerne testare gli effetti, che potrebbero nella pratica risultare presenti. Il problema di questo approccio “empirista” sta nel fatto che non solo è sbagliata la teoria, ma possiamo anche escludere che le pratiche biodinamiche abbiano effetti diversi da quelli osservabili in un campo trattato in regime biologico nello stesso modo. Difatti, perché il cornoletame o l’achillea maturata in una vescica di cervo funzionino nelle quantità suggerite meglio di una fertilizzazione tradizionale, è necessario ipotizzare che uno dei pilastri della scienza – la proporzionalità tra dose impiegata ed effetto – sia stravolto al punto che, come per l’omeopatia, gli effetti di un preparato biodinamico dovrebbero essere superiori a quelli di una dose ben più massiccia dello stesso composto. Come in ogni credenza magica, ci si concentra sulle modalità e i rituali di preparazione, senza considerare cosa si stia effettivamente somministrando e quale dovrebbe essere il meccanismo di azione; poi ci si illude di osservarne gli effetti, grazie agli stessi passaggi cognitivi alla base dell’effetto placebo. In realtà, la biodinamica aggiunge il nulla all’agricoltura biologica, venduto a caro prezzo sotto forma di certificazione; ed infatti, quando si sono paragonati campi trattati in regime biologico con campi in regime biodinamico, a parità di ogni altra condizione, il nulla biodinamico ha avuto il nulla come effetto aggiuntivo.
Una teoria sbagliata, ma anche una pratica che si attende effetti dall’impiego di quantità irrilevanti di prodotti per i quali non esistono meccanismi di funzionamento; tuttavia, si chiede ai ricercatori di “investigare”, di mantenere “mente aperta”, di non “chiudersi nella propria arroganza” e di aprire le università a convegni, corsi di formazione e master. Siamo al classico pensiero motivato: non si sa perché qualcosa dovrebbe funzionare, ma siccome piacerebbe che fosse così, si formulano ipotesi a getto continuo, per supportare una tesi precostituita. Chiedendo così non ricerca, ma l’inseguimento delle fantasie di un esoterista del secolo scorso, probabilmente per giustificare il crescente mercato di un marchio registrato e per non interrompere il sogno consolatorio di molti cui non manca il cibo, ma belle storie romantiche basate su un’infantile interpretazione della natura e della vita.
Autore: Enrico M. Bucci
Enrico Bucci, Ph.D. in Biochimica e Biologia molecolare, è stato ricercatore presso l’istituto IBB (CNR) fino al 2014. Dal 2006 al 2008 ha diretto il gruppo R&D al Bioindustry Park del Canavese. Nel 2016 ha fondato Resis Srl, azienda dedicata alla promozione dell’integrità della ricerca scientifica pubblica e privata. E’ professore aggiunto alla Temple University di Philadelphia presso il dipartimento di Biotecnologie. Il suo lavoro nel campo dell’integrità scientifica è apparso su diverse riviste nazionali e internazionali, inclusa Nature ed è stato premiato a Washington nel 2017 con il “Giovan Giacomo Giordano NIAF Award for Ethics and Creativity in Medical Research”.
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