Tassi di parto cesareo ancora troppo elevati. informare, assistere e contrastare la medicina difensiva

La mortalità materna

Il tema della mortalità materna - la morte causata direttamente o indirettamente dalla gravidanza o dal parto - è di grande rilievo.

L’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riporta una riduzione della mortalità materna del 34,3% tra il 2000 e il 2020.

La situazione in Italia ed in Europa

Come nei principali Paesi UE, nel nostro paese la mortalità materna si conferma un evento nel complesso raro, anche se, come vedremo, ulteriormente riducibile(nel 2020, 5 morti materne su 100.000 bambini nati vivi), con un tasso analogo alla Gran Bretagna e alla Francia dove muoiono 10 donne ogni 100 mila nati vivi. L’ emorragia post-partum e la tromboembolia venosa sono tra le prime cause dirette di morte correlata alla gravidanza.

Tra le cause indirette di mortalità materna ve ne sono due particolarmente comuni in alcuni paesi tra cui l’Italia: l’età materna avanzata e il taglio cesareo.

Insieme a Spagna e Irlanda, nel 2019 l’Italia era il paese con la percentuale più alta di madri oltre i 35 anni (34,4% rispetto al 33,4% del 2015) e oltre i 40 anni di età (8,8%).

Il tasso mediano di cesarei nel 2019 in Europa era pari al 26% con una forte variabilità compresa tra il 16,4% della Norvegia e il 53,1% di Cipro e con tassi sistematicamente inferiori nei paesi del Nord Europa. In Italia nel 2019 è stata registrato un tasso del 33% di tagli cesarei: di questi il 12,3% erano programmati e 20,7% eseguiti in emergenza. Nel 2021 il 31,2% dei parti è avvenuto con taglio cesareo, con notevoli differenze regionali che evidenziano come vi sia ancora un ricorso eccessivo all’espletamento del parto per via chirurgica.

Dai dati ufficiali si evince che il tasso italiano è ancora tra i più alti in Europa, nonostante dal 2015 al 2019 la percentuale di cesarei sia scesa dal 36,5% al 33,0%.

In parte il dato è giustificato dall’età materna avanzata, ma non bisogna nascondere che un ruolo importante è giocato dalle preoccupazioni medico-legali degli operatori. A tal proposito, però, va considerato che l’OMS ha dichiarato che il taglio cesareo riduce la mortalità materno-infantile solo se eseguito per una specifica indicazione medica e che un tasso di tagli cesarei superiore al 10% non si associa ad una riduzione della mortalità materna e neonatale ed è potenzialmente associato, invece, ad un aumento delle complicanze legate all’ intervento chirurgico.

Come ridurre il rischio

L’ OMS indica le seguenti strategie per ridurre il rischio di mortalità materna:

  • Promuovere l’empowerment delle donne e delle comunità
  • Proteggere e supportare la diade madre-bambino
  • Garantire che l’assistenza sanitaria per la salute riproduttiva, materna e neonatale sia di alta qualità

Sulla base dei dati richiamati in precedenza, pare opportuno suggerire che le predette strategie assumano anche, tra i propri obiettivi specifici, quello di creare le condizioni oggettive e di adeguata informazione affinché nel nostro paese il tasso medio dei cesarei si possa ridurre, avvicinandosi pertanto a quello suggerito dalle organizzazioni scientifiche internazionali.


Autori: Luciano Butti ed Elvira Grandone, a nome del Patto Trasversale per la Scienza

Autore: Patto trasversale per la scienza

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